“Isaac McCaslin, lo zio Ike. Sopra i settanta e più vicino agli ottanta di quanto ormai non dichiarasse, vedovo ora e zio di una metà del distretto e padre di nessuno.
Questa non fu una cosa cui avesse partecipato o assistito lui di persona, ma il suo cugino maggiore, McCaslin Edmonds, nipote della sorella del padre di Isaac e discendente così per via di donna, e nonostante questo erede e a suo tempo testatore, di quel che alcuni pensarono allora e altri ancora pensavano dovesse appartenere ad Isaac, giacché suo era il nome cui il diritto della terra era stato concesso per la prima volta dalla patente indiana e che alcuni dei discendenti degli schiavi di suo padre portavano ancora. Ma Isaac non era uno di quelli: vedovo da vent’anni lui, in tutta la sua vita, non aveva posseduto se non un solo oggetto che non potesse indossare o portare in tasca, ed era la brandina di ferro e il materassetto tutto macchiato che usava quando dormiva nei boschi per la caccia del daino e dell’orso, o per la pesca, o semplicemente perché gli piacevano i boschi. Lui non aveva alcuna proprietà terriera e mai l’aveva desiderata poiché la terra non è di un uomo ma di tutti gli uomini, così come lo sono la luce e l’aria e le stagioni; e abitava ancora nella fragile casa di legno a Jefferson che il padre della moglie aveva dato loro quando s’erano sposati e che la moglie aveva lasciato a lui e lui aveva fatto finta d’accettare, di accondiscendere alla volontà della morente per farle un piacere, per renderle più lieve la dipartita, ma che non era sua testamento o non testamento, cancelleria manomorta possesso o che si voglia e lui aveva accetto solo per la sorella della moglie e i bambini che lì avevano vissuto sin dalla morte della moglie, e lui si riteneva felice di vivere in una stanza così come aveva fatto durante il tempo della moglie e lei durante il suo proprio tempo e la cognata e i bambini durante il resto del suo e dopo
non una cosa cui avesse partecipato o che ricordasse se non per averla intesa dire, venuta a lui da e attraverso il suo cugino McCaslin, nato nel 1850 e di sedici anni più anziano di lui e pertanto – essendo suo padre vicino ai settanta quando Isaac nacque, figlio unico – più fratello che cugino e più padre che ogni altra cosa, nel tempo antico, nei vecchi giorni“.
William Faulkner (da Scendi, Mosè)
Faulkner, quando uno scrittore lavora sul ritmo
12 Marzo 2005 by Admin
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