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The new world: torna Terrence Malick

16 Dicembre 2005 by Admin

E’ uscito da due settimane (lo so, sono dannatamente in ritardo) il trailer di The new world, l’ultima fatica di Terrence Malick.
Era il 1998 quando arrivava nelle sale La sottile linea rossa (The thin red line) con cui il regista americano tornava dietro la macchina da presa dopo 20 anni di silenzio. FotinaSubito il film si affermava e con un lampo vinceva un Orso d’Oro a Berlino e racimolava 7 candidature all’Oscar.
Malick è un caso atipico nel panorama cinematografico. Ha 62 anni ed è di fatto un docente di letteratura e Storia. E’ molto geloso della propria privacy e per questo evita di fare promozione ai suoi lavori.
Ciononostante dopo aver realizzato due lungometraggi negli anni ’70 – Badlands con Martin Sheen e I giorni del cielo (Day of Heaven) con Richard Gere – è diventato un regista di culto per gran parte dell’entourage hollywoodiano. FotinaTanto che per La sottile linea rossa si offrirono di lavorare per lui con cachet irrisori decine di star di prima grandezza e solo alcune ebbero la possibilità di farlo – vedi Sean Penn, Adrien Brody, George Clooney, Nick Nolte, John Travolta, Woody Harrelson, John Cusack… altre come Micky Rourke parteciparano ma in seguito vennero tagliate dal montaggio definitivo.
Ora torna con una storia epica sull’incontro tra alcuni nativi della Virginia e i conquistatori europei nei primi anni del 1600. Il protagonista è il knacker dublinese Colin Farrell e l’altra star della pellicola è il nuovo Batman Christian Bale. Sono entrambi attori giovani che negli ultimi anni hanno collezionato parti di sempre maggior peso. FotinaIn particolare Farrell, interprete dell’Alexander di Oliver Stone, è considerato l’ultimo bello e dannato del cinema, con doti professionali notevoli e altrettanto notevole cattivo carattere.
Il film promette bene stando a quanto letto sul Corriere della Sera secondo cui ad ogni proiezione anticipata il pubblico avrebbe applaudito per almeno 10 minuti. Inoltre la stampa è pronta a scommettere su una statuetta ai prossimi Oscar per il direttore della fotografia Emmanuel Lubesky che ha girato senza effetti speciali e spesso a lume di candela.


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