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I giorni dopo la tempesta

3 Marzo 2006 by Admin

Come non continuare a seguire ciò che avviene nel mondo letterario dopo la lettera aperta di Baricco a Citati&Ferroni. La Repubblica anche oggi dedica le due pagine principali della cultura.
Per ora sto alla finestra, devo ancora trovare il tempo di seguire la cosa, leggere approfonditamente. Al momento ho solo sbirciato le poche righe scritte da Pietrangelo Buttafuoco, chiamato in causa ieri dall’articolo di Carla Benedetti…
Sto alla finestra TButtafuoco, autore del fortunato Le uova del drago, segnala come la Benedetti denunci il metodo della “stroncatura en passant” e a suo tempo lo applichi chiamandolo in causa. Non solo, “A maggior gloria di quel metodo”, continua lo scrittore, “un malizioso collega che ha impaginato l’articolo l’ha titolato così: Ma c’è chi lancia libri di plastica e sotto ha messo una foto di me spaesato. Qui il metodo si perfeziona, il titolo è, infatti, un’altra allusione malevola ed efficace”.
Sarò sadico, ma non posso negare di divertirmi nel vedere questa macchia d’olio allargarsi sempre più e chiamare in causa gente come Carlo Lucarelli, Edmondo Berselli, o anche Antonio Scurati con un prezioso intervento sulla cultura Pop e sul ruolo divulgativo di Baricco. Sul suo tentativo di “trasmettere quell’eredità alle future generazioni”, dove per eredità Scurati intende l’umanesimo letterario. Roba non di poco conto insomma…

Ho poi letto il lungo intervento di Edmondo Berselli (che potete leggere qui!). L’editorialista ricostruisce una mappa del potere letterario italiano partendo dalla domanda: “Sarà ancora vero che il costume letterario e la tendenza culturale sono imposti dall’opinione di alcuni grandi cerimonieri della critica militante e dell’editoria intransigente, che influenzano reti d’opinione, e via via a cascata l’atteggiamento del pubblico?”
Berselli parla delle consorterie che permettono a un Antonio D’Orrico di creare un fenomeno Faletti sul Magazine del Corriere della Sera mettendo in copertina una sua foto con lo slogan “forse non lo sapete, ma questo è il più grande scrittore italiano”. O alla capacità del clan “dal gusto settario, anzi quasi tribale” coordinato da Giuliano Ferrara di lanciare libri come La versione di Barney di Mordecai Richler, Le peggiori intenzioni di Alessandro Piperno o il già citato Le uova del Drago di Pietrangelo Buttafuoco. O ancora al tentativo di trasformare in cult “non tanto un autore o un libro, bensì, per via mediata, un editore, Fandango”.
tutto questo per poi concludere che “l’industria è l’industria, e in questa tautologia il potere dei critici, quando ancora resiste e si manifesta, è una funzione para-religiosa, ma probabilmente, alla fine, residuale.”
Chiedo venia per la brevità, ma il lavoro, quello vero, quello che devo fare per portare a casa la pagnotta, mi attende…

(Aggiunta del pomeriggio) Anche Il Giornale con un pezzo firmato Fabrizio Ottaviani (Baricco, la stroncatura è roba da vecchi critici) riprende la diatriba in atto. Una delle tesi elargite da Ottaviani è che “la stroncatura è antieconomica e quindi non esiste”. Non è proprio così ma la velata intenzione è quella di aprire una polemica con La Repubblica. Chissà che non ci riesca…


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