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Aprile, 2005

  1. Borges e i labirinti poco chiari della modernità

    Aprile 22, 2005 by Admin

    Scrive Jorge Luis BorgesSul libro hanno scritto pagine brillanti molti scrittori. Ne citerò qualcuno. Dapprima citerò Montaigne, che dedica uno dei suoi saggi al libro. In questo saggio c’è una frase memorabile: ‘Non faccio nulla senza gioia’. Montaigne annota che il concetto di lettura obbligatoria è un concetto errato. Dice che se in un libro trova un passo difficile, lo salta; perché vede nella lettura una sorta di felicità. Ricordo che molti anni fa venne fatta un’inchiesta su che cosa sia la pittura. Lo chiesero a mia sorella Norah e lei rispose che la pittura è l’arte di dare gioia con forme e colori. Se leggiamo qualcosa con difficoltà, l’autore ha fallito. Per questo ritengo che uno scrittore come Joyce abbia essenzialmente fallito, perché la sua opera richiede uno sforzo. Un libro non deve richiedere uno sforzo, la felicità non deve richiedere uno sforzo. Penso che Montaigne abbia ragione“.

    Secondo lo scrittore argentino compito di chi scrive è quindi anche – o forse soprattutto – quello di essere chiaro. Inutile mostrare di saper creare labirinti letterari incomprensibili, uno scrittore deve rendere facile ciò che semplice non è. Borges ne sà qualcosa, la forza delle sue Finzioni è proprio la capacità di creare cortocircuiti mentali partendo da elementi di una semplicità estrema. Mentre Joyce con l’Ulisse fondava la modernità su qualcosa di difficile, di complicato. Compito dello scrittore oggi diviene quindi scardinare quel meccanismo complesso e ridurre ai minimi termini le acrobazie che tengono legata – e a volte imbalsamata… la nostra società.