E’ uscito da due settimane (lo so, sono dannatamente in ritardo) il trailer di The new world, l’ultima fatica di Terrence Malick.
Era il 1998 quando arrivava nelle sale La sottile linea rossa (The thin red line) con cui il regista americano tornava dietro la macchina da presa dopo 20 anni di silenzio. Subito il film si affermava e con un lampo vinceva un Orso d’Oro a Berlino e racimolava 7 candidature all’Oscar.
Malick è un caso atipico nel panorama cinematografico. Ha 62 anni ed è di fatto un docente di letteratura e Storia. E’ molto geloso della propria privacy e per questo evita di fare promozione ai suoi lavori.
Ciononostante dopo aver realizzato due lungometraggi negli anni ’70 – Badlands con Martin Sheen e I giorni del cielo (Day of Heaven) con Richard Gere – è diventato un regista di culto per gran parte dell’entourage hollywoodiano. Tanto che per La sottile linea rossa si offrirono di lavorare per lui con cachet irrisori decine di star di prima grandezza e solo alcune ebbero la possibilità di farlo – vedi Sean Penn, Adrien Brody, George Clooney, Nick Nolte, John Travolta, Woody Harrelson, John Cusack… altre come Micky Rourke parteciparano ma in seguito vennero tagliate dal montaggio definitivo.
Ora torna con una storia epica sull’incontro tra alcuni nativi della Virginia e i conquistatori europei nei primi anni del 1600. Il protagonista è il knacker dublinese Colin Farrell e l’altra star della pellicola è il nuovo Batman Christian Bale. Sono entrambi attori giovani che negli ultimi anni hanno collezionato parti di sempre maggior peso. In particolare Farrell, interprete dell’Alexander di Oliver Stone, è considerato l’ultimo bello e dannato del cinema, con doti professionali notevoli e altrettanto notevole cattivo carattere.
Il film promette bene stando a quanto letto sul Corriere della Sera secondo cui ad ogni proiezione anticipata il pubblico avrebbe applaudito per almeno 10 minuti. Inoltre la stampa è pronta a scommettere su una statuetta ai prossimi Oscar per il direttore della fotografia Emmanuel Lubesky che ha girato senza effetti speciali e spesso a lume di candela.
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The new world: torna Terrence Malick
Dicembre 16, 2005 by Admin
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Il caro Charlie, il buon Buster e Fatty Arbuckle (- 2 -)
Dicembre 7, 2005 by Admin
Così come suggerisce il soprannome, Roscoe “Fatty” Arbuckle era molto corpulento. Quello che mi ha colpito è stato scoprire che era considerato uno dei più grandi attori comici del muto. Tant’è che il buon Buster – più giovane di 8 anni – è stato da lui scoperto e per anni gli ha fatto da spalla.
Come tutti i migliori comici di quegli anni Fatty veniva dal Vaudeville e nonostante la corporatura era in grado di fare movimenti del corpo di una plasticità estrema.
Leggendo Year by Year mi sono sorpreso nel fare il parallelo tra la carriera del caro Charlie e quella di Fatty Arbuckle.
Tornando al 1913, l’anno dell’arrivo di Charlie in America, si scopre in un articolo che Fatty comincia a mettersi in mostra. Nel giro di tre anni acquisisce il controllo artistico di una compagnia, un contratto a settimana da 7 mila dollari e il 25% dei profitti.
Certo Charlie in quei tre anni ne ha bruciate di tappe, è già una star di prima grandezza, ma il divario con Fatty non è così marcato. Per rendere l’idea nel febbraio del 1916 firma un contratto da 10 mila dollari a settimana. Ma è negli anni successivi che le loro carriere prendono il volo.
E’ il periodo della I Guerra Mondiale e Chaplin diventa un emblema, tanto più che nel vecchio continente l’industria cinematografica è ferma e i migliori film americani si trasformano velocemente in successi planetari. Nel 1919 Charlie fonda con Fairbanks, Pickford e D.W.Griffith la United Artists. In quegli stessi anni Fatty crea le sue opere migliori e ingaggia l’ancor giovane Buster Keaton.
L’era d’oro del muto inizia ora e nel 1921 c’è la svolta. In gennaio esce Il Monello (The Kid). E’ il primo vero lungometraggio di Charlie e ha un successo straordinario. Tanto che i problemi legali che lo hanno angustiato non poco relativi al divorzio dalla prima moglie Mildred Harris passano in secondo piano.
Nello stesso anno Fatty è sotto contratto con la Paramount per 1 milione di dollari l’anno. Una cifra ragguardevole che chiarisce come in quel momento la sua fama è seconda solo a quella di Chaplin. A questo punto continua l’ascesa inarrestabile di Charlie, Buster in pochi anni diventa una celebrità mentre Fatty scompare.
Cosa succede? Perché oggi ricordiamo così bene Chaplin, Keaton e non Fatty Arbuckle? La vera svolta per lui avviene nel settembre del 1921. Il comico viene coinvolto in uno scandalo. Nel corso di una festa da lui organizzata, una giovane attrice muore. Fatty è accusato di tentato stupro e di omicidio. La causa procede per tutto l’anno seguente e solo dopo le sentenze di tre corti si arriva alla sua assoluzione. Nel frattempo ha avuto tempo di vendere tutto quello che ha guadagnato per pagare gli avvocati. La sua carriera inoltre è distrutta. Nessuno lo vuole più far lavorare.
Negli anni successivi scompare completamente. Prova a fare il regista con un falso nome e negli annali riappare solo nei primi anni ’30, ma ormai è troppo tardi. E’ interessante vedere come il tentativo di rivalsa avviene a cavallo di quegli anni in cui molti artisti vengono cancellati dall’avvento del sonoro, compreso il suo pupillo Buster Keaton. Fatty prova la strada opposta ma la sua vena comica si è trasformata e ormai non fa più ridere.
Nel giungo del 1933 a soli 46 anni muore, non è chiaro in che circostanze, ma l’articolo che ne parla dice riferito a lui ‘penniless and forgotten’, povero e dimenticato.Category Cinema | Tags: | No Comments
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Il caro Charlie, il buon Buster e Fatty Arbuckle (- 1 -)
Dicembre 5, 2005 by Admin
Ho un gran libro a casa, Cinema Year by Year di David Thomson, comprato in offerta quando vivevo a Dublino. E’ un libro che ripercorre anno per anno tutta la storia del cinema fino al 2002, anno della pubblicazione, trovato e comprato da Eason al 50% di sconto perché si era alla fine del 2003 e di lì a poco sarebbe uscita la nuova edizione.
Ha le dimensioni di un atlante geografico e riporta i ritagli di giornale con gli articoli sui film usciti nel corso dell’anno o sugli episodi che hanno coinvolto il tal regista, l’attore tizio o il produttore caio. Gli articoli non sono originali, sono in realtà riscritti sulla base di quanto realmente avvenuto e commentato sui newspapers americani. Questo non deve far sottovalutare la portata del libro che resta uno dei migliori volumi sulla storia del cinema che abbia mai comprato.
La ricostruzione degli avvenimenti non segue il filo di un movimento, di un artista o di un luogo in particolare. L’unica linea seguita è quella cronologica e l’unico criterio di selezione che emerge è il successo di pubblico. E’ vero che il mercato di riferimento risulta essere quello americano, ma d’altra parte è anche il più grande, o almeno lo è stato per tutto il ‘900.
Ogni tanto mi metto a sfogliare questo librone e scopro relazioni che non avrei mai intuito tra un artista e l’altro o tra un film e un evento storico.
Di Charlie Chaplin ad esempio conoscevo la vita per aver letto anni fa l’autobiografia.
Charlie, nato in Inghilterra nel 1889 è arrivato a Hollywood all’inizio del secolo, per la precisione nel 1913 quando Mack Sennett lo vede nel tour della compagnia Karno e gli offre un contratto di 150 dollari a settimana per la Keystone. Nell’autobiografia emerge l’atmosfera degli studios di inizio secolo e viene largamente parlato di personaggi come Douglas Fairbanks e Mary Pickford che erano amici del caro Charlie. Non emergono di contro le interazioni con gli altri personaggi e in definitiva non si ha una visione a 360° di ciò che realmente accade. Questioni come “Quali film escono in contemporanea a Il grande dittatore (The Great Dictator)”, altre come “Quale film girava Buster Keaton in quegli anni” o ancora “Quale fosse la relazione tra il caro Charlie e il buon Buster” non possono avere risposta.
Qualche anno fa una cara amica mi aveva parlato di Buster Keaton come del più grande artista del cinema muto. Peccato che fosse proprio il periodo in cui avevo letto l’autobiografia di Charlie e ne ero rimasto intriso fin nel midollo.
‘Hai visto Luci della Ribalta (Limelight)?’, le dicevo ‘certo non è più cinema muto, ma Charlie ha 63 anni e si muove come un ventenne, Buster che ha sei anni di meno tutt’al più…’
‘Ehi’, mi interrompeva lei, ‘guarda che è nell’espressione del viso che emerge la bravura di Keaton.’
‘No scusa come fai a dire qualcosa di Charlie se non hai visto Il monello (The Kid)’, ribattevo.
‘Confesso che non conosco Chaplin’, continuava, ‘ma il mio professore afferma che Keaton’
Erano discorsi senza fine perché ognuno conosceva il proprio beniamino e non il ‘rivale’. Lei portava a suffragio delle proprie affermazioni il corso che seguiva all’accademia d’arte di Brera, io i film e i libri che avevo letto su Chaplin.
Mi spiace per lei ma in un confronto tra i due personaggi forse avevo ragione io, almeno nel significato profondo che la storia del cinema ha attribuito alla figura di Chaplin. Ad ogni modo per curiosità recentemente ho visto alcuni dei primi film di Keaton e sono rimasto sorpreso di scoprire che non era lui il protagonista e che c’era un grande attore che catalizzava l’attenzione in quelle pellicole. Così sfogliando le pagine del mio librone ho scoperto che si trattava di Roscoe Arbuckle meglio conosciuto come Fatty. (segue…)Category Cinema | Tags: | No Comments